"Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo.(Ippocrate)" "L’uomo è ciò che mangia."(L. Feuerbach)
"La prevenzione è la medicina migliore. E' legata al cibo e allo stile di vita " - Dalai Lama


sabato 1 dicembre 2012

Zenzero (romana ghimbir)

Nome botanico: Zingiber officinale
Coltivata in India e Cina da migliaia di anni.

Nell'antica Roma molte spezie erano costose perché erano scarse. Lo zenzero era costoso per la ragione esattamente opposta; esso era molto abbondante, ma la domanda era così alta che il governo decise di applicare una tassa speciale su di esso.

Dopo la caduta dell'Impero Romano lo zenzero quasi sparì dall'Europa, finché Marco Polo lo riscoprì in Cina ed in India nel 13mo secolo. Ancora una volta, in Europa lo zenzero divenne molto costoso tanto che, nel 14mo secolo in Inghilterra, un pound di zenzero (meno di mezzo Kg) poteva costare come un'intera pecora.

Cristoforo Colombo cercò, insieme ad altre spezie, anche lo zenzero nel nuovo mondo, ma non ne trovò. Fu solo quando gli Inglesi lo esportarono in America che esso divenne popolare anche in questo continente.

Ancora oggi questa umile radice è molto apprezzata sia per migliorare una grande varietà di alimenti e bevande, come anche per le sue proprietà medicinali, conosciute da migliaia di anni da molte culture: medicina Ayurvedica Indiana, medicina Tradizionale Cinese, erboristeria Occidentale.

Gli esperti della medicina Ayurvedica (come Joseph Selvester in Gainesville, Florida, USA) considerano lo zenzero una medicina universale in quanto aiuta le funzioni digestive dell'organismo riducendo i gas, il gonfiore e i crampi.

Gli erboristi occidentali classificano lo zenzero come un carminativo (regola l'intestino eliminando il dolore tramite la rimozione del gas), un antiinfiammatorio ed un diaforetico, tra le altre cose.
 

 Molte erbe ricche in olii volatili hanno la capacità di eliminare il gas dall'intestino e di ridurre così il gonfiore, e lo zenzero è certamente ricco di tali olii.
La sua azione antiinfiammatoria è legata ad una minore produzione di composti infiammatori, e si rende così indicato per combattere alcuni tipi di cefalee e per ridurre la dolorabilità causata dalle influenze e dalle artriti.
Come diaforetico è in grado di far leggermente innalzare la temperatura corporea e di promuovere la sudorazione. 



Indicazioni e controindicazioni

Indicazioni:
  • artrite
  • indigestione
  • claudicazione intermittente
  • flebite
  • dolorabilità muscolare
  • diarrea
  • nausea (inclusi malessere mattutino e cinetosi)
Controindicazioni:
  • Calcoli biliari 
Cuore, articolazioni, stomaco
 Lo zenzero sembra dare benefici al cuore ed allo stomaco. Inoltre, tra i vari benefici, sembra essere in grado di diminuire la viscosità sanguigna.
  • In uno studio condotto in India su soggetti con problemi alle arterie coronarie, la somministrazione di zenzero determinò una significativa riduzione della aggregazione piastrinica.

    Quando le piastrine si aggregano in modo eccessivo, esse possono portare alla formazione di macchie ruvide all'interno dei vasi arteriosi, le quali sarebbero in grado di attrarre molecole adipose, con la conseguente formazione delle cosiddette "placche". Se tali placche si formano in quantità eccessiva, il lume arterioso si riduce fino ad ostruirsi e ciò può essere la causa di un attacco cardiaco e di un infarto.

    I Cinesi utilizzano lo zenzero in molti trattamenti per il cuore e per i reni; nella medicina Ayurvedica è considerato un tonico cardiaco.

    In altri studi, lo zenzero ha anche mostrato una azione antiinfiammatoria. Altre ricerche hanno dimostrato che può ridurre il dolore e la tumefazione presente nelle artriti reumatoidi, osteoartriti e dolori muscolari.

    I più comuni farmaci antiinfiammatori, come l'Aspirina e l'ibuprofene, lavorano nello stesso modo, ma l'uso prolungato di essi può avere serie conseguenze. Questi farmaci provocano una riduzione degli enzimi che mantengono integro il rivestimento protettivo della mucosa gastrica. Se ciò avviene, i succhi gastrici possono irritare la mucosa dello stomaco fino ad arrivare a causare l'ulcera.

    Lo zenzero sembra essere in grado di regolare due tipi di sostanze chimiche che sono le responsabili dell'infiammazione. Tale regolazione avviene in modo naturale, senza effetti collaterali di irritazione gastrica.
    Il Dr. Page-Echols consiglia l'uso di zenzero soprattutto su pazienti anziani che hanno una storia di lunga assunzione di farmaci antiinfiammatori. Tali pazienti sarebbero ad alto rischio di ulcere sanguinolente causate dagli stessi farmaci.

    Come solitamente avviene con l'uso di preparati vegetali, anche l'azione dello zenzero non è immediata, come sarebbe quella dell'Aspirina o altri farmaci.
    L'azione delle erbe è generalmente piuttosto lenta, ma assolutamente indicata in tutti quei casi in cui la malattia è cronica o ricorrente (come ad es. l'artrite), in quanto possono essere assunte frequentemente e in assoluta sicurezza. 
Pillole o cibo?
Lo zenzero è disponibile sul mercato sotto parecchie forme diverse. Molte farmacie ed erboristerie lo vendono sotto forma di polvere in pillole o capsule.
Il Dr. Stansbury consiglia l'uso di estratti standardizzati al 5% in gingerolo, soprattutto per la cura di artriti e cinetosi.
Si può anche trovare in commercio sotto forma di barre candite, ma il loro effetto sembra essere piuttosto blando e limitato alla nausea.
E' anche possibile aggiungere lo zenzero ai cibi come aromatizzante e per ridurre il colesterolo. Il Dr. Page-Echols consiglia di aggiungere radici fresche di zenzero (a fettine o grattugiate) sui vari cibi almeno due volte alla settimana, per mantenersi in salute. Molte persone in India usano 8-10 grammi di radice fresca di zenzero al giorno nei loro cibi.
 
 
erboristerie.com 
Articoli tratti dalla rete
Traduzione di Marco Turazza.

Infusione, decozione e macerazione

I procedimenti per la preparazione delle tisane sono fondamentalmente tre: infusione, decozione e macerazione. 
1. L'infuso
Si versa acqua bollente sulle droghe poste in un recipiente di teracotta o vetro; si lascia poi riposare (come un tè) per 5-10 minuti poi si filtra.
Le dosi vanno a seconda del tipo e dell'uso che se ne vuole fare, normalmente il rapporto è di 5 g di droga per ogni 100 g di acqua.
Per dolcificare utilizzate miele e bevete subito l'infuso dato che le sostanze attive spesso sono volatili e si disperdono con il vapore.

 2. Il decotto
Le droghe poste in acqua in un recipiente provvisto di un coperchio e quindi tutto venga fatto bollire per un tempo che varia da 5 minuti per fiori, sommità fiorite, piante intere e foglie, a 10-20 minuti per corteccia, radici, legno. Poi spegnete e lasciate in infusione per altri 10 minuti, quindi filtrate. In genere si utilizzano 2-5 g di droga ogni 100 g di acqua. E' bene bere subito il decotto dato che i principi attivi sono spesso volatili.
3. Macerato
Prevede un tempo di procedimento piuttosto lungo. Le droghe vanno poste a riposare in acqua fredda per periodi che possono variare da un giorno a più settimane a seconda del tipo utilizzato.
Il macerato va poi filtrato con cura. Come solvente per la macerazione possono essere impiegati, vino, alcol e olio. Tutte le operazioni sono da eseguire a freddo.

* Conservate le droghe in zone prive di luce, fresche, in sacchetti di tela o di carta (certamente non di plastica!), oppure recipienti di vetro scuro.

(dal libro: "Tisane, il gusto della salute")

venerdì 16 novembre 2012

Malva

Le virtù emollienti della malva sono conosciute e apprezzate sin dai tempi antichi, infatti, il suo nome deriva dal termine latino mollire cioè “capace di ammorbidire”. I Greci invece la chiamavano malachè, che significa “rendere morbido”. Ippocrate la raccomandava per le sue proprietà emollienti e lassative, ma era utilizzata anche come cibo dalle persone povere. In effetti, è ottima nelle minestre o lessata e condita con olio e sale.
 foto: net
I fiori e in particolare le foglie della malva sono ricche di mucillagini, che conferiscono alla pianta proprietà emollienti e antinfiammatorie per tutti i tessuti molli del corpo.
  L’uso della malva è indicato contro la tosse, nelle forme catarrali delle prime vie aeree; per idratare e sfiammare l'intestino, e per regolarne le funzioni, grazie alla sua dolce azione lassativa, dovuta alla capacità delle mucillaggini di formare una sorta di gel, che agisce meccanicamente sulle feci e quindi agevolandone l’eliminazione. Il trattamento della stitichezza con la malva risulta non irritante e non violento, per cui è indicato in gravidanza, per bambini e per gli anziani. Inoltre contribuisce a guarire faringiti, vaginiti e tutte le irritazioni del cavo orale, come ascessi, gengiviti e stomatiti.

USO INTERNO
Decotto: 1 cucchiaio raso foglie e fiori di malva, 1 tazza d’acqua
Versare le foglie e i fiori nell’acqua fredda. Accendere il fuoco e portare a ebollizione. Far bollire ancora qualche minuto, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso tosse, colite, o stitichezza.

USO ESTERNO
Con il decotto così ottenuto una volta raffreddato, si può trovare beneficio mediante gargarismi, in caso d’infiammazioni della bocca e della gola o mediante lavande in caso di irritazioni vaginali.


 fonte: curenaturali.it
 

domenica 4 novembre 2012

AVVERTENZE e CONTROINDICAZIONI

« Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. »

« È la dose che fa il veleno » (Paracelso)

* È rischioso somministrare qualsiasi preparato a base di piante medicinali a bambini sotto i due anni d'età. *

 In natura infatti praticamente tutte le sostanze possono provocare un danno su un organismo vivente, quello che permette di identificare una sostanza come tossica è la dose a cui provoca effetti dannosi.

ACETOSA 
Una particolarità di questa pianta è che è incompatibile con le acqua minerali e i contenitori in rame.
E' chiamata anche Erba brusca o Ossalida.
Pur avendo tante proprietà non è tollerata da tutti ed in ogni caso va assunta con cautela perchè in quantità elevate può causare intossicazione. 
ACETOSELLA

E' chiamata anche Agretta, Pentecoste, Lambrusca o erba brusca.
Quando si sta avvicinando un temporale le foglie hanno la particolarità di sollevarsi.
In passato questa pianta veniva utilizzata per togliere le macchie di inchiostro o di ruggine dagli indumenti e per lucidare gli oggetti in rame.

Controindicata per chi soffre di gotta e litiasi. Rispettare scrupulosamente le dosi.
Come per l'Acetosa, in dosi eccessive può provocare intossicazione. 
AGLIO 
L'aglio è conosciuto fin dai tempi più antichi e la prima citazione finora nota dell'aglio è stata trovata nel Codex Ebers un papiro egiziano datato 1550 a.C. dove vengono citati diversi medicamenti da realizzare con l'aglio per combattere le punture di insetti, il mal di testa ed i dolori in genere.  

L'aglio non è indicato per chi soffre di pressione bassa, di dermatosi, per chi ha problemi intestinali e allo stomaco ed ai malati di fegato. 

 ALOE 
L'aloe è una pianta molto antica, conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà terapeutiche. Le prime testimonianze sono state ritrovate su una tavoletta di argilla ritrovata a Nippur nei pressi di Bagdad e datata 2.200 a.C.  

L'aloe non deve essere utilizzata dalla donne in gravidanza e da chi ha problemi di emorroidi.
Attenzione a non confondere l'aloe con l'agave, molto simile ma che non ha le stesse caratteristiche.
 

fonti: elicriso.it 

ALTEA 

Da non preparare in recipienti di ferro. 
 Per l’alto contenuto in mucillagini può diminuire l’assorbimento di farmaci o altre sostanze.

ANANAS 
controindicazioni all' uso dell' ananas gambo:
  1. controindicato a chi assume farmaci anticoagulanti (coumadin, aspirinetta), e anche a erbe con azione simile come aglio, ginko biloba;
  2. sconsigliato a chi soffre di gastrite o ulcera peptica;
  3. da non assumere in gravidanza o allattamento;
  4. tenere lontano dalla portata dei bambini
  5. da evitare in soggetti allergici al frutto dell'ananas .......
ANGELICA 
 
A piccole dosi l'angelica ha un effetto eccitante sul cervello però ad alte dosi esplica un'azione depressiva e causa intontimento tale da essere paragonato ad uno stupefacente.
Veniva anche molto utilizzata contro i veleni.  
 Il succo fresco di angelica può irritare la pelle e le mucose ed il suo olio essenziale in forti dosi può essere tossico per cui va utilizzata con grande cautela.
ANICE STELLATO 

L'essenza di Anice stellato a forti dosi può essere tossica soprattutto se non è stata conservata in maniera adeguata vale a dire in recipienti ermeticamente chiusi e al buio.
Esiste un altro tipo di anice, l'Anice stellato bastardo o "Anice giapponese" o "Shikimi" il cui nome scientifico è Illicium religiosum Sieb (famiglia Magnoliaceae) che è una pianta tossica, originaria del Giappone.  I frutti (semi) sono molto simili a quelli dell'Anice stellato solo più piccoli e più rotondi e con i semi dotati di un piccolo uncino.   Questi frutti contengono diverse tossine ed oli essenziali con attività stupefacente e neurotossica  che rendono questi semi altamente tossici.
Poichè si sono verificati dei casi di intossicazione in diversi paesi europei si raccomanda di utilizzare solo anice stellato di provenienza certa e certificato.
ANICE VERDE 



L'origine dell'Anice verde è abbastanza oscura. Si pensa che sia stato introdotto dall'Asia ma non si conosce il luogo dove cresce spontaneo da sempre.
Dato il suo forte sapore viene spesso utilizzato nell'industria farmaceutica per mascherare il gusto dei farmaci dal sapore particolarmente sgradevole.
Caterina Sforza, signora di Forlì, realizzava un tonico distillando tre volte diverse piante (rosmarino, salvia, basilico, garofano, menta, noce moscata, sambuco, ginepro, cannella, rose bianche e rose rosse e incenso) con l'anice per ottenere quella che lei chiamava "Acqua celeste". 
Esiste anche un altro tipo di Anice, l'Anice pepato, nome scientifico Xanthoxylum piperitium appartiene alla famiglia delle Rutaceae. E' originaria dell'Estremo Oriente ed è molto utilizzato nei paesi asiatici mentre in Europa è poco diffuso e poco conosciuto.
L'essenza di Anice verde a forti dosi può essere tossica soprattutto se non è stata conservata in maniera adeguata vale a dire in recipienti ermeticamente chiusi e al buio. 
AQUILEGIA  
   Dell'aquilegia, essendo una pianta che contiene diverse sostanze tossiche, se ne sconsiglia l'uso salvo che sotto diretto controllo medico.

Aristotelia chilensis  Aristotelia macqui
(Maqui o Clon)
 Evitare la sua preparazione con pentole d’alluminio e attenersi alle indicazioni di un medico.  
Da non confondere con il Pillo-pillo (Ovidio pillopillo), arbusto endemico del Cile, le cui bacche sono purganti.
fonti: elicriso.it

ARNICA


Controindicata per chi soffre di disturbi e malattie renali. Rispettare scrupulosamente le dosi.
(fonte: Tisane, il gusto della salute) 
L'uso interno viene sconsigliato: la sua assunzione infatti può provocare cefalea, algie addominali, turbe vasomotorie (palpitazioni) e respiratorie.
La pianta pertanto non deve essere ritenuta tossica (è la dose che la può rendere tale) ma piuttosto difficile da gestire anche per il variare della concentrazione dei principi attivi.
A questo proposito sarebbe opportuno utilizzare preparati standardizzati.
(da inerboristeria.com)

ASPARAGO 

Radice: controindicata per chi soffre di malattie e disturbi della vescica urinaria. (Tisane, il gusto della salute - libro)
I suoi pregi, pur numerosi, si scontrano con l’elevato apporto di acidi urici, che rischiano di aggravare, qualora siano già presenti, alcuni disturbi, quali la gotta, le cistiti, le prostatiti, le calcolosi renali, l’osteoartrite e altre malattie osteoarticolari.
Sarà buona norma evitare di eccedere nel consumo di asparagi, e assicurarsi nel contempo una adeguata e variata alimentazione ricca in magnesio e vitamina C.
Un'ultima annotazione, infine, per gli intolleranti al nichel e soprattutto all’acido acetilsalicilico: gli asparagi apportano quantità relativamente basse di nichel, ma piuttosto significative di acido acetilsalicilico. Occorrerà tenerne conto in una eventuale dieta a rotazione qualora al Test di intolleranze alimentari si evidenziassero reattività a questi due gruppi.

Dott. Vladimiro Colombi - Nutrizionista e Naturopata

ASPERULA   
* Nessuna controindicazione se si è superata l'infanzia e si ha meno di 45 anni, se sani e la si assume solo per brevi periodi.
* Non è stata ancora stabilita alcuna posologia sicura.
* Conservare in luogo fresco e asciutto, ma non congelare. 

ASSENZIO

Rispettare scrupulosamente le dosi; non utilizzare per lunghi periodi.  
  Tisane, il gusto della salute - libro
Importanti effetti collaterali della pianta sono nausea, vomito, diarrea e crampi addominali; sono frequenti reazioni allergiche (pollinosi). Evitare il consumo di assenzio in gravidanza per la potenziale abortività; controindicato in soggetti con gastrite, ulcera peptica, epilessia ed ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Evitare l'uso di assenzio in caso di gastrite, ulcera peptica, epilessia, ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Tisane a base di assenzio sono particolarmente amare, quindi meglio usare la pianta come estratto fluido: 20-30 gocce in acqua mezz'ora prima dei pasti.
A dosaggi elevati e per periodi prolungati è potenzialmente neurotossico. 
L’essenza d’assenzio è un veleno.
 (pollicegreen, mypersonaltrainer) 

venerdì 2 novembre 2012

Tosse e mal di gola

Cercando i più semplici, via net ho trovato questi:

1. Miele
Il miele (meglio se sciolto in una lazza di latte caldo - sfrutta le proprietà del latte, ricco di vitamine del gruppo A e B, che scaldato oltre ad essere emolliente può disciogliere il miele.) è di sicuro il migliore rimedio naturale per curare la tosse: le sue proprietà emollienti e addolcenti con forte azione antibatterica - già conosciute dagli antichi Egizi e dalla medicina tradizionale di molti popoli – lo rendono efficace nella cura della tosse e del mal di gola. E' considerato un antibiotico naturale.
Da preferire il miele all'eucalipto,
 e per un forte mal di gola provate:
  •   l’infuso di malva con il miele all’eucalipto, vi sentirete subito meglio.
  •  Decotto: 1 cucchiaio raso foglie e fiori di malva, 1 tazza d’acqua
Versare le foglie e i fiori nell’acqua fredda. Accendere il fuoco e portare a ebollizione. Far bollire ancora qualche minuto, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso tosse, colite, o stitichezza.
USO ESTERNO
Con il decotto così ottenuto una volta raffreddato, si può trovare beneficio mediante gargarismi, in caso d’infiammazioni della bocca e della gola o mediante lavande in caso di irritazioni vaginali.

Miele e chiodi di garofano:  mettete il miele in una tazzina da caffè e aggiungete 5 chiodi di garofano, che come ben sappiamo agiscono da anestetizzanti, consumate questo miele durante l’arco della giornata, o con una tisana o un tè oppure sul pane o le fette biscottate.

2. Latte e cipolla Un'antica ricetta per calmare la tosse ha come 'principio attivo' la cipolla: bollire in un po' di latte qualche fetta di cipolla, filtrare e bere caldo; sembra un intruglio malefico, ma l'aggiunta di miele lo renderà dolce e piacevole.

3. Latte e aglio - dal gusto sicuramente meno invitante, l'aglio tritato ed utilizzato per preparare un infuso rilascia il suo olio essenziale aiutando a combattere la tosse secca ma anche l’ipertensione, problemi gastrointestinali, punture di insetti, bronchite e mal di gola .

4. Bacche di ginepro, origano -  la tradizione è ricca di infusi utili per eliminare tosse e catarro, da quello di  bacche di ginepro pestate a quello di origano, passando per il decotto di liquirizia e salvia.

5. Chiodi di garofano
I chiodi di garofano sono una vera riserva naturale di antiossidanti. Ed hanno un altissimo contenuto di polifenoli, che li rendono efficaci contro raffreddore e tosse, mal di denti, mal di pancia, nausea, indigestione e disturbi intestinali. Se avete dei chiodi di garofano in casa, non usateli solo per cucinare ma provate a farne un buon tè lasciandoli in infusione per qualche minuto in acqua bollente.

6. L'uva 
 Molto efficace come mucolitico, in un paio di giorni è in grado di liberare le prime vie respiratorie, assicurando un veloce sollievo. Basta prendere succo d'uva mischiato ad un po' di miele.

7. Sciroppo naturale con lo Zenzero, per raffreddore: Mettere 1 tazza d’acqua e un cucchiaio di zenzero in polvere in un pentolino, portate ad ebollizione, quando l’acqua inizia a bollire, aggiungete 1/2 bicchiere di succo d’ananas (o qualche fetta d’ananas fresco). Lasciate sul fuoco fino a quando non acquista una consistenza densa. Conservare in un contenitore di vetro e, se possibile in frigorifero. Prendete tre cucchiai al giorno.

8. Una spremuta d’arancia è un toccasana per le malattie da raffreddamento e il mal di gola.

 9. Gargarismi
Si possono fare dei gargarismi con acqua tiepida, un po’ di sale e succo di limone. Tisana di santoreggia.

Da sottolineare, per curare ma anche prevenire il mal di gola è importante l’alimentazione. Sono ottimi rimedi frutta e verdura ricche di vitamine e minerali che aiutano le difese immunitarie. Evitare gli alcolici perché irritano le mucose della gola.

Vedi anche: influenza

fonti: paginemediche.it , ecoseven, rimedinonna, deabyday, curenaturali.it

martedì 23 ottobre 2012

Melograno

sursa foto: net

L' origine della pianta del melograno non è certa, quella più accreditata la vede provenire dall'Asia sud - occidentale; ad oggi il melograno cresce ed è coltivato nelle zone mediterranee dell'Europa e dell'Asia, ma anche del Nord America. I suoi fiori e i suoi semi sono di color rosso, il suo frutto, chiamato melagrana, ha la forma di una mela che, come dice il nome stesso, contiene al suo interno moltissimi semi (grani).
Il periodo di raccolta della melagrana è l'autunno e data la notevole variabilità della specie ne esistono molte varietà.


Il frutto del melograno è particolarmente ricco di sali minerali quali potassio, manganese, zinco, rame e fosforo; in quantità minore troviamo anche ferro, sodio e calcio. Abbondante anche la presenza di vitamine: A, B, C, E e K. Oltre all'acqua, che naturalmente rappresenta l'elemento principale, troviamo zuccheri, fibre e grassi. 
Il melograno è caratterizzato dalla presenza di sostanze benevole per l'organismo come per esempio i flavonoidi, gli antiossidanti, vari tipi di acidi, tra cui l'ellagico e il gallico, la quercitina e altri principi attivi molto benefici che gli hanno fatto meritare il nome di "frutto della medicina".
Proprietà curative e benefici:
Fin dall'antichità questo particolare frutto  è stato simbolo di abbondanza e longevità e già da allora le sue molteplici proprietà terapeutiche erano ben note; oggi la medicina ufficiale non ha fatto altro che confermare tali proprietà. Vediamo quali. La sua virtù più importante è quella che riguarda la presenza di sostanze ad alta attività antitumorale come l'acido ellagico, i flavonoidi ed altre sostanze con proprietà antiossidanti che nel loro insieme collaborano in modo attivo nella cura di vari tumori ( prostata, pelle, seno, polmoni). 
Il melograno ha inoltre proprietà vermifughe, molto utili contro il famoso verme solitario (Tenia solium), un parassita molto fastidioso dell'uomo. Grazie alla presenza di tannino (acido ellagico) il succo del melograno ha anche proprietà astringenti ed è quindi utile in caso di diarrea.

Secondo recenti studi l'assunzione protratta nel tempo del suo succo sarebbe in grado di proteggere il cuore dalla formazione di placche aterosclerotiche, non solo, anche i disturbi causati dalla menopausa ( depressione e ossa fragili) sembra traggono buoni benefici dall'assunzione di succo di melograno.
Alzheimer e melograno
 Anche nei confronti del morbo di Alzheimer il succo di melagrana ha dimostrato di avere proprietà benefiche; l'assunzione giornaliera è in grado di erigere una barriera protettiva e di attaccare le proteine nocive; l'artrite stessa trova benefici nell'assunzione di succo d melograno, infatti, grazie a questo, viene inibito il processo degenerativo della cartilagine.
Nota: Per ogni 100 grammi di parte edibile si ha un apporto calorico pari a 63 calorie.
dal sito: http://www.mr-loto.it/melograno.html

Influenza

Malattia infettiva che si presenta in forma acuta ed estremamente contagiosa; dovuta a virus. Provoca disturbi di vario genere (tracheite, affaticamento, cefalea...) e febbre. 

1. Infuso di cannella, chiodi di garofano e santoreggia

30 g cannella; 30 g di chiodi di garofano; 30 g di santoreggia
Miscelare le erbe e metterne un cucchiaino di infusione in una tazza di acqua bollente per 10 minuti; filtrare. Berne due-tre tazze nel corso della giornata.


2. Infuso di eucalipto
20 g di eucalipto, foglie
Lasciare in infusione in 1 l di acqua bollente per 15 minuti, poi filtrare. Berne tre tazze al giorno.

dal libro "Tisane, il gusto della salute" di Walter Pedrotti

Reumatismi

Malattia che provoca dolori intensi, talvolta fino a impedire ogni tipo di movimento. Interessa varie parti del corpo: muscoli, tendini, articolazioni.
Si aggrava col passare del tempo se non viene curata tempestivamente e seriamente.

Decotto di cipolla:
3 cipolle intere

Togliere alle cipolle solo il rivestimento esterno, eliminando con le mani senza l'aiuto di un coltello. Sciacquarle brevemente e affettarle. Riempire una pentola di acqua fredda e immergervi le cipolle. Far bollire per 15 minuti e lasciare poi raffreddare. Filtrare e berne 3 bicchieri al giorno. Il decotto ha anche effetti diuretici. 


dal libro "Tisane, il gusto della salute"di Walter Pedrotti

sabato 25 agosto 2012

Frutta e verdura, perchè sono importanti per la salute

Primavera, stagione di risveglio dei sensi e dell’organismo da un lungo letargo. Per disintossicare il nostro corpo dagli alimenti grassi consumati durante l’inverno, non c’è niente di meglio che aumentare il consumo di frutta e verdura. Un regalo prezioso per la nostra salute. La ricerca si è interrogata a lungo sui benefici che i vari frutti e ortaggi hanno sul nostro benessere psicofisico. Tra i più analizzati i mirtilli,  noti per il loro contenuto di antiossidanti molto elevato e per le proprietà anti-invecchiamento.
Il succo d’uva, in recenti esperimenti su cavie di laboratorio avanti con gli anni, ha dimostrato di migliorare la memoria a breve termine e le competenze neuromotorie. Il succo d’uva concentrato è altresì una fonte inestimabile di antiossidanti, che possono contribuire a ritardare il declino mentale e il decadimento fisico tipici del processo di invecchiamento.
In un’analisi sulle capacità antiossidanti di ortaggi, frutta, e oli vegetali, è stato accertato che gli spinaci, i peperoni, gli asparagi e le cime di rapa avevano la più alta capacità antiossidante tra le verdure. More, lamponi, fragole e olive occupavano i posti più alti della classifica tra i frutti , mentre l’olio di soia e l’olio extra vergine di oliva avevano la più alta capacità antiossidante tra gli oli testati. La frutta è utilissima nella prevenzione dei tumori. Una ricerca giapponese ha scoperto che il rischio di carcinoma mammario tra le donne nel postmenopausa è stato ridotto  di circa il 40% grazie ad un maggior consumo di frutta. Un altro studio su uomini finlandesi di mezza età che consumavano molta frutta e verdura ha accertato una riduzione del 41% delle malattie cardiovascolari e una riduzione del 34% del rischio di morte, rispetto agli uomini con i tassi di assunzione di frutta e verdura più bassi. Frutta e verdura sono altresì note per la protezione contro le malattie croniche grazie al loro ricco contenuto di sostanze fitochimiche, tra cui gli antiossidanti. Il mirtillo è stato scoperto possedere la più alta attività antiossidante, seguito da mela, uva rossa, fragola, pesca, limone, pera, banana, arancia, pompelmo e ananas.

venerdì 24 agosto 2012

Farmaci anticancro: il succo di pompelmo triplica effetto

Potenziare i farmaci anticancro? Si potrebbe fare con il succo di pompelmo, anche solo bevendone un bicchiere ogni giorno. Lo rivela una ricerca condotta dall’University of Chicago Medicine recentemente pubblicata sulla rivista di settore Clinical Cancer Research. Unire questa semplice bevanda alla normale terapia effettuata in caso di tumore porterebbe addirittura a triplicare gli effetti di quest’ultima.
Il succo di pompelmo riuscirebbe inoltre a ridurre gli effetti collaterali solitamente associate alle dosi molto alte di farmaco che vengono solitamente utilizzate nella cura dei pazienti affetti dal cancro. Un metodo che riuscirebbe addirittura a ridurre i notevoli costi degli stessi. Gli scienziati hanno rilevato nel corso della sperimentazione che il succo di pompelmo è in grado di incrementare di circa il 350% l’effetto del sirolimus, attualmente utilizzato ed approvato per i malati sottoposti a trapianto ma che presto potrebbe essere utilizzato ufficialmente anche come terapia anticancro. Anche il ketoconazolo è in grado di aumentare gli effetti del medicinale sopracitato, di almeno il 500%: immaginate l’utilizzo combinato dei due mezzi.
Commenta il dott. Ezra Cohen che ha condotto lo studio:
Il succo di pompelmo aumenta notevolmente i livelli nel sangue di questi farmaci. Una somministrazione controllata del succo di pompelmo potrebbe incrementare l’efficacia e la disponibilità di farmaci come il sirolimus.
La ricerca ha coinvolto 138 pazienti con un cancro incurabile e refrattario ad ogni terapia. L’assunzione del succo insieme al farmaco ha fatto si che potessero essere assunte dosi minori del farmaco con la stessa efficacia (sperimentale) nella cura del tumore.
Questo è il primo studio che si concentra sugli effetti combinati della terapia anticancro e del cibo. Perché il succo di pompelmo è efficace? Molto semplice: riesce a inibire gli enzimi che decompongono il sirolimus e diversi altri farmaci, riuscendo a potenziare quindi un potere attivo curativo che inizia a poche ore dalla somministrazione e si degrada nel corso di qualche giorno.
http://www.medicinalive.com/medicina-tradizionale/ricerca-e-sperimentazione/farmaci-anticancro-succo-pompelmo-triplica-effetti/

Interazioni tra cibo e farmaci, un pericolo poco conosciuto

E’ risaputo che, quando si assumono contemporaneamente 2 o più farmaci, alcuni principi attivi possono dare luogo ad interazioni, determinando una riduzione/aumento dell’efficacia di uno dei due, nel caso migliore, ma anche causando degli effetti collaterali, quali bruciori di stomaco, nausea, vomito. Anche il cibo e le bevande possono influire sull’azione dei farmaci, vediamo come.

Spesso, sui foglietti illustrativi che accompagnano i farmaci, è espressamente indicata l’assunzione a stomaco pieno o lontano dai pasti, ma anche i cibi e le bevande da evitare per incorrere in sintomi spiacevoli. Forse, la combinazione “esplosiva” più nota riguarda i formaggi stagionati e gli insaccati, che contengono la tiramina, una sostanza in grado di far schizzare la pressione arteriosa in caso di assunzione dei cosiddetti MAO-inibitori, ovvero i farmaci per il morbo di Parkinson e quelli antidepressivi.
Attenzione anche al succo di pompelmo, per quanto sia una vera miniera di vitamina C, e dunque, con indubbie proprietà benefiche, è sconsigliato durante le terapie con calcio-antagonisti, una classe di farmaci usati come anti-ipertensivi.
Quando invece si assumono gli antistaminici, è buona norma evitare di consumare le fragole, anch’esse ricchissime di vitamina C, ma sconsigliate in questi casi perché stimolano la liberazione di istamina, il nemico numero 1 per chi soffre di allergie stagionali.
Massima attenzione anche a caffè, cacao e, e a tutte le bevande energizzanti in generale, assolutamente da evitare se si stanno assumendo farmaci per l’asma, poiché rischiano di potenziarne l’effetto, nel corso di terapie per l’ipertensione e se si assumono analgesici, antinfiammatori e antinfluenzali.
Anche il cioccolato va ridotto in caso si assumano farmaci per l’ulcera gastrica, e gli antidepressivi di ultima generazione indicati con la sigla SSRI. Da evitare, invece, in concomitanza dei MAO-inibitori.
Per quanto riguarda l’alcol, il consumo è controindicato in qualunque terapia con farmaci, può, potenziare l’effetto di alcuni antistaminici, dei sedativi, e l’effetto irritativo degli antinfiammatori.

 http://www.medicinalive.com/scienza-dellalimentazione/alimentazione-e-prevenzione/interazioni-cibo-farmaci-pericolo-poco-conosciuto/

I lamponi neri rallentano il cancro alterando centinaia di geni


L’alimentazione è uno degli strumenti più studiati da ricercatori ed esperti come fattore di prevenzione di diverse forme di cancro.
Molti cibi hanno infatti proprietà anticancerogene, che prevengono dalla formazione di cellule tumorali, come ad esempio il peperoncino, dalle proprietà antiossidanti e disintossicanti.
L’attenzione degli studiosi si è concentrata di recente sul ruolo dei lamponi neri come agenti di prevenzione tumorale.
Gli studiosi hanno scoperto che un mix di agenti di prevenzione, come quelli presenti in concentrazioni elevate nei lamponi neri, ha la capacità di inibire in modo efficace lo sviluppo di cancro, molto più di quanto riescano a fare singoli agenti volti a spegnere un particolare gene.
Lo studio, realizzato dai ricercatori dell’Ohio State University Comprehensive Cancer Center, ha esaminato l’effetto prodotto dai lamponi sui geni alterati da una sostanza chimica cancerogena in un modello animale di tumore all’esofago.


La sostanza cancerogena aveva compromesso l’attività di circa duemiladuecento geni nell’esofago degli animali, nell’arco di tempo di una sola settimana.
Ben quattrocentosessanta di questi geni sono stati ripristinati e ricondotti alla normale attività negli animali che avevano consumato un’alta percentuale di lamponi, come parte integrante della dieta.
Questi importanti risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Cancer Research, hanno inoltre contribuito ad individuare cinquantatre geni che potrebbero avere un ruolo fondamentale nello sviluppo precoce del cancro e sono quindi da etichettare come obiettivi fondamentali da eliminare con degli agenti chemioterapici.
Gary D.Stoner, autore principale della ricerca, spiega:
Abbiamo chiaramente dimostrato che i lamponi, che contengono una varietà di composti antitumorali, hanno effetti considerevoli sui geni coinvolti nello sviluppo di cancro.
Questo ci suggerisce che una miscela di agenti di prevenzione è molto più efficace contro il cancro di un unico agente che ha come obiettivo solo uno o più geni.
Nei lamponi sono contenute vitamine, minerali, fenoli e fitosferoli, tutte componenti note da tempo per la prevenzione dei tumori negli animali.
L’essiccazione aumenta di ben dieci volte le proprietà antitumorali dei lamponi, che diventano così dei veri e propri agenti di chemioprevenzione utilizzabili per deregolamentare i diversi percorsi di segnalazione del cancro.
Il professor Stoner e i  suoi colleghi hanno condotto la sperimentazione su ratti alimentati con una dieta normale e altri con un regime alimentare contenente il 5% di lampone liofilizzato.
Durante la terza settimana, alla metà degli animali di ciascun gruppo è stata iniettata per tre volte una sostanza chimica cancerogena (N-nitrosomethylbenzylamine).
Negli animali nutriti con i lamponi, un quinto dei geni interessati dal cancro, circa quattrocentosessantadue geni, ha mostrato livelli normali di attività, dimostrando che questi frutti sono efficaci nel contrastare la formazione e la proliferazione di cellule tumorali. Ovviamente, da soli, non bastano come chemioterapici, per tale ragione gli scienziati stanno valutando l’opportunità di associare un’altra sostanza o altri alimenti per verificare se la combinazione di più agenti antitumorali risulti maggiormente efficace.

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Cancro, scoperto meccanismo che ne permette diffusione

Un nuovo passo nella lotta contro il cancro è stato archiviato dal prof. David Waisman del Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare e Patologia della Dalhousie University in Canada e dai suoi ricercatori, grazie all’individuazione della chiave della programmazione delle cellule normali in cellule cancerose da parte del tumore. Suggerendo una strada da seguire per la ricerca, partendo dai macrofagi, in prima linea nella difesa del nostro organismo.

Lo studio relativo, pubblicato sulla rivista Cancer Research indica come questi soldati del nostro sistema immunitario possano essere utili per mettere a punto una strategia medica che sia in grado di bloccare la loro programmazione da parte del tumore e quindi evitare sia l’ingrandimento della massa tumorale che lo spallinamento delle metastasi. In particolare si vuole agire su una proteina posta sulla loro superfice, la S100A10, che consente a queste particelle di spostarsi e “convertire” le cellule da sane a malate.
Gli scienziati l’hanno soprannominata “forbice molecolare” perché in grado di tagliare la barriera cellulare che blocca l’unione tra macrofagi e tumore: a prescindere da questo, tale proteina riveste una importanza sostanziale perché è stata in grado di convogliare, grazie alla scoperta del suo agire, l’attenzione degli studiosi sui meccanismi di conversione del tumore. Spiega il prof. Waisman
Eravamo soliti pensare che le cellule che contano in un tumore sono quelle malate ma ora abbiamo visto che altre cellule devono collaborare con le cellule tumorali, guidarne la crescita e consentire un’evoluzione delle cellule normali in cellule metastatiche. Questo cambiamento è ciò che provoca la prognosi infausta e in ultima analisi, è quello che uccide il paziente.
Non solo, ancor più importante, i medici hanno rivelato che senza il lavoro dei macrofagi e della proteina in questione, il tumore non cresce.
Condotta su livello animale, la sperimentazione ha dimostrato, in caso di cancro al polmone, una “drastica riduzione” dello sviluppo del cancro nei topo nei quali la proteina era stata inibita. Si apre in questo modo una strada davvero importante per bloccare la diffusione dei tumori alla radice. Non sarà un percorso breve, ma il primo passo è avvenuto.
 http://www.medicinalive.com/medicina-tradizionale/oncologia/cancro-scoperto-meccanismo-diffusione/

venerdì 20 luglio 2012

Aglio

L'aglio ( Allium sativum ) appartiene alla famiglia delle Liliacee, vegetali che nella maggior parte presentano un bulbo, il quale altro non è che un breve fusto modificato. Pochi ortaggi come l'aglio possono vantare un numero di proprietà alimentari e benefici salutari così alti da farne un vegetale preziosissimo. Apprezzato fin dall'antichità per il suo singolare aroma, con il passare del tempo la sua fama si arricchì di tali e tanti attributi terapeutici al punto di essere frequentemente impiegato per guarire, e soprattutto prevenire, diversi tipi di disturbi e addirittura epidemie. I soldati romani, per esempio, consumavano enormi quantità di aglio in quanto lo ritenevano in grado di depurare e fortificare il corpo.
Il prezioso bulbo dell'aglio contiene circa 400  differenti componenti curative dell'organismo umano.  Oltre a oligoelementi e sali minerali, l'aglio contiene vitamina A, B1, B2, PP e C. Le sue proprietà più importanti dipendono però da un'essenza solfurea presente nel bulbo, della quale il principio attivo è l'allicina che detiene un forte potere antisettico. I bulbi freschi di aglio contengono dallo 0,1 allo 0,4 di olio essenziale dove, oltre alle sostanze fin qui citate, sono presenti altri composti dello zolfo, nonchè sostanze ormonali.
Proprietà curativa e benefici dell'aglio 
L'aglio agisce innanzitutto come efficace antisettico e battericida, distrugge i microbi e i batteri e ne impedisce la proliferazione. E' uno degli antiossidanti più efficaci che vi sia in natura, protegge quindi le cellule del nostro organismo da un precoce invecchiamento nonchè  dal deterioramento e conseguenti malattie.
Molto importani i benefici che l'aglio arreca al cuore e al sistema circolatorio; grazie alle sue proprietà tonificanti ed equilibranti, rinforza il tono muscolare del cuore e rendendo più fluido il sangue, oltre che a svolgere un'azione depurativa, contribuisce in modo determinante alla pulizia delle arterie e all'allontanamento delle patologie ad esse legate. Contrariamente a quanto molti credono, l'aglio ha anche proprietà digestive ed è in grado di apportare enormi benefici nella lotta contro i parassiti intestinali.
Uno studio recente, svolto in Cina ed in Usa, suggerisce che l'aglio, utilizzato regolarmente nella dieta, può avere effetti protettivi nei confronti del cancro e, oltre a questo, possiede proprietà uniche che sono in grado di inibire, ritardare o addirittura invertire il processo di cancerosi umana. I risultati di questi esperimenti sono stati presentati al simposio internazionale sulle "Nuove frontiere in ematologia e oncologia.

E' importante rendere chiaro un concetto: molti sono i composti o le pastiglie che il progresso ci presenta al fine di evitare gli effetti olfattivi dovuti al consumo di aglio. L'aglio, affinchè mantenga inalterate le proprietà curative ed espleti i propri benefici sull'organismo umano, deve essere consumato crudo; se proprio siamo infastiditi dall'odore che ne consegue possiamo ricorrere al rimedio sempre valido della "nonna" che consiste nel masticare lentamente due chicchi di caffè torrefatto.

Via libera quindi all'aglio in tavola, crudo, spremuto sulle insalate o tritato insieme a qualche foglia di prezzemolo; ottimo sfregato sulle fette di pane casereccio con un sottile velo di olio extra vergine di oliva. A voler vedere i suoi usi sono infiniti, penso che l'unico limite sia rappresentato dalla fantasia di chi lo prepara.
Chi è convinto di non poter sopportare o digerire l'aglio potrebbe cominciare con dosi piccolissime per poi aumentare piano piano la quantità, è un metodo collaudato che funziona, basta solo volerlo.

giovedì 19 luglio 2012

Fieno greco - fenugreen

Il fieno greco (Trigonella foenum-graecum L.) è una pianta della famiglia delle Fabaceae sottofamiglia delle Faboideae. Il nome del genere - Trigonella - si riferisce alla forma triangolare dei semi, l'epiteto specifico - fieno greco - si riferisce al suo uso, nell'antichità, per l'alimentazione del bestiame. Il componente caratteristico del fieno greco è la trigonellina contenuta all'interno dei semi.
Usi in cucina:
 Il fieno greco è una delle più antiche piante medicinali, che risale addirittura ai tempi degli antichi egizi, greci e romani che lo utilizzavano come erba medicinale e culinaria.
Nella cucina occidentale il fieno greco non è usato, perché il suo odore è considerato sgradevole. I semi sono amari, con un odore tenue, ma caratteristico, e contengono un colorante giallo.
I semi vengono impiegati principalmente nelle polveri di curry, soprattutto in India e nello Sri Lanka, in salamoie ed in chutney, in piatti a base di verdura e dhal (purè di lenticchie), in alcune zone dell'Africasi mangiano cotti in acqua come i fagioli.
Il fieno greco trova il suo abbinamento ideale con le carni di manzo o di agnello, ai quali va aggiunto all'inizio della cottura, soffritto insieme all'aglio o alla cipolla. I semi, una volta cotti, si sbriciolano facilmente e a fine cottura non rimangono frammenti solidi: per questo motivo non occorre macinarli prima dell'uso.
Si può anche abbinare alle verdure, per esempio ai funghi, per preparare primi piatti o risotti, oppure ai piatti a base di lenticchie.

Negli USA l'uso principale concerne le imitazioni dello sciroppo di mele. Gli estratti sono usati come base per profumi, detergenti, lozioni e creme e anche in prodotti alimentari, quali bevande alcoliche ed analcoliche, prodotti da forno, gelatine e pudding, carne e prodotti derivati.
Proprietà:
Contiene: carboidrati, vitamine A, B, C, ferro, oli volatili, betaina, calcio, alcaloide colina, diosgenina (simili agli estrogeni), lecitina, mucillagine, fosfati, proteine, alcaloide Trigonellina, trimetilammina.
Anti-infiammatorio, antisettico, afrodisiaco (è considerato utile per suscitare o aumentare il desiderio sessuale), emolliente, espettorante, febbrifugo, galattogeno, stimolante, tonico, lenitivo, ipoglicemizzante, aiuta a diminuire i livelli di colesterolo, mal di gola, fistole, nevralgia, sciatica, piaghe, tumori, ferite, gonfiori...(vedi tutto qui)
  • Studi clinici [1] dimostrano la validità dell'uso di questa pianta per la lotta al diabete: il decotto dei semi induce un abbassamento molto rapido del tasso di zuccheri nel sangue.
  • La tradizione popolare italiana la consiglia per aumentare la produzione di latte nelle puerpere e questa sua azione galattogena è riconosciuta anche nei paesi del Terzo Mondo [2] · [3].
  • È riconosciuto il ruolo dei semi come epatoprotettori in particolare nell'intossicazione da etanolo[4] e nella steatosi epatica associata all'obesità[5].
  • È considerato un ottimo ricostituente, in quanto ricco di saponine, che hanno l'effetto di stimolare l'appetito. È ricco di ferro, quindi è indicato per combattere le anemie[6], considerando che incrementa la produzione di globuli rossi svolta dal midollo osseo.
Curiosità:
E' ancora utilizzato come foraggio in India.

  • Utilizzata anche come un tipo di tè
  • Utilizzata nell'industria dei cosmetici.
  • Utilizzata nei periodi di convalescenza
 Precauzioni:
Per la ricchezza in fibre e mucillagini, può ridurre l’assorbimento intestinale dei farmaci somministrati per via orale. L’assunzione del fieno greco dovrebbe quindi avvenire lontano da quella dei farmaci.
Non va assunto in gravidanza in quanto stimola le contrazioni uterine.
ANNOTAZIONI
Da non confondere con Medicago Sativa L. Il fieno greco ha un odore caratteristico e chi lo assume lo può emanare attraverso la pelle. L´odore viene trasmesso anche attraverso il latte della madre - pertanto è consigliabile assumere nel contempo semi di Anice o Finocchio.

vedi anche : Fieno greco

Fieno greco e brufoli

Acne e brufoli sono spiacevoli infiammazioni derivanti dalla pelle caratterizzata da eruzioni cutanee che, a seconda della collocazione e gravità, può assumere la forma di un pustole superficiali, cioè eruzioni con pus.
Spesso sono associati all’età dell’adolescenza ma in realtà possono esserci molti casi di età ben superiore.
Difatti tra le cause principali che possono scatenare sia acne che brufoli troviamo fattori ormonali, stress, tensione, inquinamento, sostanze chimiche contenute in prodotti che usiamo per lavarci, alimentazione sregolata etc.
Le zone colpite possono essere svariate: torace, collo, schiena, viso, etc. e per prevenirli si deve tenere pulita la pelle, rimuovendo tutti i possibili residui di sporco o trucco, usando però prodotti adeguati e non troppo aggressivi in base al tipo di pelle e comunque senza oli.
Lavarsi le mani prima e dopo la cura per le lesioni della pelle per ridurre il rischio di infezione.
Fare attenzione anche all’uso di creme, make-up e similari che spesso “tappano” i pori della pelle e peggiorano acne e brufoli.
Il fieno greco può essere usato tra i vari rimedi naturali esistenti per curare acne e brufoli, preparando una pasta di foglie fresche di fieno greco da applicare sul viso ogni sera prima di andare a letto per un 15 minuti, poi lavare con acqua calda per pulire la pelle.
Questo trattamento naturale fai da te impedisce il formarsi di brufoli, punti neri, secchezza della pelle e comparsa precoce di rughe.

Fieno Greco e cellulite

La Trigonella foenum-graecum, meglio nota come fieno greco, è noto anche per essere utilizzato per la perdita di peso e per la cellulite. I semi di fieno greco possiedono inoltre effetti antiossidanti e contengono una mucillagine che ha proprietà emollienti, che aiuta pertanto a mantenere una pelle idratata, morbida e giovane.
Si può addirittura preparare un olio anticellulite al fieno greco usando mischiando 200 gr di semi di fieno greco tritati a farina (si trovano in erboristeria) e 500 ml di olio di sesamo. Ottimo anche per le rughe del viso.

Fieno Greco decotto

Le proporzioni per la preparazione del decotto a base di fieno greco possono variare: da uno a tre cucchiai in un litro d'acqua, ma si consiglia solitamente di bere il decotto appena svegli e lontano dai pasti se si vuole esaltarne l'effetto depurativo.
Ingredienti per il decotto di fieno greco:
  • 12,5 g di semi di fieno greco
  • 25 cl di acqua
Preparazione: Bollire i semi nell'acqua per 15 minuti, poi filtrare e bere il decotto.
Il decotto, sotto forma di impiastro ed applicato esternamente, può essere anche un valido aiuto in caso di emorroidi.

Fieno Greco benefici

I benefici derivanti dal fieno greco sono tanti ed interessanti. Ad esempio l’estratto di semi di fieno greco sono un valido ed efficace aiuto digestivo, spesso utilizzato come agente per aumentare la produzione di latte materno nelle madri che allattano ed anche per il trattamento di squilibrio ormonale nelle donne (ad esempio in menopausa).
Altri vantaggi comprendono la possibilità di abbassare il colesterolo ed i trigliceridi, mantenere normali i livelli di zucchero nei diabetici.
Gli effetti sul sistema digestivo da parte del fieno greco sono altrettanto interessanti ed includono il trattamento di indigestione, dispepsia, ulcere dello stomaco, diarrea e spasmi gastrointestinali. Inoltre è utile nel trattamento di irritazioni cutanee come l'eczema, foruncoli, ulcere e cellulite.

Fieno Greco per dimagrire

Perché i semi di fieno greco contengono elevate quantità di fibra solubile, sono usati anche per la perdita di peso.
La fibra solubile, infatti, si espande nel tubo digerente, dando la sensazione di pienezza e tutto ciò aiuta a controllare l'appetito ed il senso di pienezza portando a mangiare di meno e conseguentemente anche a dimagrire.
Questo aiuta anche ad eliminare il senso di gonfiore e disintossicare il corpo dalle tossine, oltre al fatto che come già scritto aiuta a migliorare il processo digestivo.

Fieno Greco dosaggio e assunzione

La quantità giornaliera solitamente consigliata è di 70-100 gocce di estratto fluido 2 volte al giorno prima dei pasti per almeno 30 giorni o 2-4 capsule al giorno mezz’ora prima dei pasti principali.
Il dosaggio è consigliato sempre e comunque dopo un parere ed un consulto medico che possa garantire l’effettivo stato di salute del soggetto.

Fieno Greco nello sport

Il fieno greco è noto anche nell’ambito dello sport grazie ai suoi effetti anabolici derivati dalle saponine furostanoliche, che aiutano ad aumentare la massa e la forza muscolare, con conseguente miglioramento della performance atletica.
L’effetto anabolizzante del fieno greco nello sport è mirato alla capacità di facilitare l’accumulo di proteine nei muscoli, aumentandone appunto massa e potenza.
Inoltre, vi è una sostanza (4-idrossi-isoleucina) che aiuta l’insulina nel trasporto degli aminoacidi fino ai muscoli.

Fieno Greco bodybuilding

Il fieno greco nel bodybuilding per lo stesso motivo di prima: è un anabolizzante che aiuta e favorisce la crescita muscolare promuovendo la trasformazione metabolica delle sostanze nutritive nella sintesi molecolare.
Risulta essere un buon stimolante neuromuscolare ed inoltre aiuta a rafforzare il tessuto osseo e muscolare.

Fieno greco e menopausa

Il fieno greco risulta essere una delle piante indicate in caso di menopausa e dei disturbi collegati ad essa.
Non a caso è nota fin dai tempi egizi in cui veniva descritta come la pianta che "mantiene giovani" non solo per il trattamento dei disturbi legati alla menopausa ma anche perché aiuta a rallentare il processo di osteoporosi che con il passare degli anni può creare non pochi problemi.

Tra i classici disturbi collegati alla menopausa trattabili naturalmente dal fieno greco si possono includere:

  • vampate di calore,
  • sudorazioni notturne,
  • insonnia,
  • sbalzi d'umore,
  • secchezza vaginale
  • mestruazioni irregolari.
Questa “dote naturale” contro i disturbi legati alla menopausa dellla Trigonella foenum graecum deriva dal fatto che contiene fitoestrogeni ed aiuta ad aumentare la produzione di estrogeni che servono particolarmente in fase di menopausa.

Ricetta di infuso di fieno greco per la menopausa:

Preparare mezzo cucchiaio di semi di fieno greco da mettere in 1 litro di acqua bollente. Filtrare e bere un bicchiere alla sera.

Fieno greco e osteoporosi

Il fieno greco possiede proprietà rimineralizzanti che lo rendono efficace nella cura dell’osteoporosi.
Per capirci meglio, l’osteoporosi è una rarefazione della massa ossea, uno degli aspetti naturali dell’invecchiamento del corpo, ma può anche presentarsi come una vera e propria malattia che può causare cedimenti o fratture spontanee soprattutto delle vertebre della colonna e dei femori quando la complessiva massa ossea (valutata nell’infanzia intorno al 25%) scende sotto l’11% dell’intera massa corporea.
I principali fattori di rischio di osteoporosi nelle donne sono generalmente l’eccessiva diminuzione degli estrogeni in fase di pre-menopausa, menopausa precoce o provocata da interventi chirurgici, dieta povera di calcio, dieta eccessivamente proteica, abuso di alcol e fumo di sigaretta, vita sedentaria.

Decotto anti-osteoporosi fatto a base di fieno greco: 

  • 30g di Avena
  • 40g di Equiseto
  • 20g di Fieno greco
  • 10g di Liquirizia
Far bollire per 2-3 minuti 30 grammi della miscela preparata con gli ingredienti sovra menzionati in 1 litro d'acqua. Poi, filtrare e bere 3 tazze al giorno con succo di limone.

Fieno greco e colesterolo

Il fieno greco risulta essere anche molto utile per ridurre il tasso ematico di colesterolo e questo grazie alle componenti come lisina, arginina, lecitine, saponine (queste ultime si legano al colesterolo impedendone l’assorbimento) e di fibre che attraverso l’inibizione delle lipasi impediscono la digestione dei grassi.
Grazie all’azione ipoglicemizzante del fieno greco si hanno significative diminuzioni di insulina, trigliceridi e colesterolo totale, mentre invece aiuta ad aumentare il colesterolo buono HDL.

Fieno greco e mestruazioni

Tra le proprietà del fieno greco troviamo anche che la Trigonella foenum-graecum ha proprietà emmenagoghi, cioè agisce sul sistema endocrino e sulla funzione ormonale grazie alla sua abilità di promuovere il flusso mestruale pertanto risulta essere un valido aiuto in caso di problematiche relative alle mestruazioni femminili.

Fieno greco omeopatia

In omeopatia il fieno greco è decisamente ben noto per le sue svariate proprietà benefiche e curative. Ad esempio è galattogo, aromatico, astringente, carminativo, espettorante ed è anche considerato un afrodisiaco naturale.
L’omeopatia sfrutta le proprietà del fieno greco per trattare l’asma e questo perché è un ottimo espettorante naturale, ma il connubio omeopatico con il fieno greco non finisce certo qua, in quanto il viene impiegato principalmente anche per :
  • perdita di peso (grazie alla ricchezza di fibre che danno sazietà)
  • ridurre i livelli di colesterolo
  • stimolare la montata lattea per le donne che devono allattare i propri piccoli
  • per trattare gli stati febbrili
  • per alleviare il dolore addominale dovuto ad indigestione
  • per trattare i casi di diarrea
  • contribuisce ad impedire il formarsi di acne e comedoni
  • per trattare infiammazioni ed eczema
  • per trattare i capelli con forfora
  • per mestruazioni dolorose
  • trattamenti di anoressia e scarso appetito
  • in caso di artrite, bronchite, mal di gola, ghiandole gonfie ferite, irritazioni della pelle, diabete, ulcere

Fieno greco olio essenziale

L'olio essenziale di fieno greco (Trigonella foenum) è conosciuto principalmente per trattare i casi di diabete e quelli di infiammazione gastrica e disordini digestivi.
L’estrazione dell’olio essenziale si ottiene dai semi secchi tramite estrazione con solvente.
L’olio essenziale di fieno greco aggiunto nello shampoo in quantità minima (poche gocce) aiuta anche a combattere il problema della forfora ed inoltra stimola la crescita del bulbo pilifero del capello stesso.
Inoltre risulta essere un ottimo emolliente ed antinfiammatorio, pertanto possono essere aggiunte 2 gocce di olio essenziale di fieno greco anche in una crema per il corpo per poter potenziare gli effetti nutritivi della nostra crema quotidiana.

Fieno greco per aumentare il seno

Il fieno greco può far aumentare il seno ? Beh la risposta è che può effettivamente aiutare ad aumentare il volume del seno in quanto è in grado di replicare le funzioni degli estrogeni favorendo la produzione di prolattina, un ormone che interagisce con il recettore degli estrogeni e dà un aiuto ad aumentare il seno.
I fitoestrogeni del fieno greco stimolano lo sviluppo delle ghiandole mammarie che utilizzano gli estrogeni ed inoltre con la sua proprietà galattogena, stimola anche la produzione del latte materno e migliora la circolazione nella ghiandola mammaria, tutti benefici che si riflettono sull’aumento di volume del seno femminile.

Fieno greco per la pelle

Il fieno greco ha notevoli proprietà rigenerative ed antiossidanti sia per uso interno sia per quanto riguarda la pelle, pertanto è un buon rimedio naturale per mantenere la pelle più soda, giovane e bella, in quanto previene e rallenta l'invecchiamento cutaneo ed il formarsi di rughe.
Il fieno greco lo si può trovare in commercio sotto varie forme: polvere, estratto secco, estratto fluido titolato (forse la formulazione migliore), preparato per infuso e decotto.
Fieno greco per l’uomo – fieno greco testosterone
Il fieno greco per l’uomo viene usato come afrodisiaco naturale e per aumentare i livelli di ormoni maschili grazie alla presenza di un tipo di saponina chiamata fenuside che stimola l'ipofisi a rilasciare l'ormone luteinizzante (LH), stimola la produzione di testosterone, promuove la secrezione di ghiandole surrenali deidroepiandrosterone (DHEA), che a sua volta è in grado di convertire in testosterone.
Il testosterone è difatti un ormone noto per la sua capacità di stimolare la crescita muscolare, aumentare la densità ossea e migliorare l'attività sessuale maschile.
Tutto ciò comporta anche un aumento della libido e delle prestazioni sessuali maschili, ecco spiegato perché è annoverato tra gli afrodisiaci naturali esistenti …

Fieno greco rimedi naturali

Il fieno greco è un ottimo rimedio naturale per molti trattamenti.
Tra questi rimedi naturali abbinati al fieno greco troviamo come scritto poco fa il fatto che possa aiutare a migliorare ed aumentare la libido maschile in un’età compresa tra 25-52 anni.
Questo è stato dimostrato da studi che hanno dimostrato che uomini che assumevano per due volte al giorno per quasi un mese il fieno greco hanno riscontrato un aumento della libido di oltre il 25%.
Ecco perché si può affermare che il fieno greco può accedere il desiderio maschile ed è un buon rimedio naturale afrodisiaco.
I rimedi naturali del fieno greco non si fermano a questo che potremo chiamare anche viagra naturale (un po’ come il ginseng ed altri rimedi naturali simili), bensì è ottimo per prevenire e curare i raffreddori ed i vari disturbi collegati al raffreddore stesso come ad esempio il mal di gola.
Come già visto è inoltre un rimedio naturale ben noto alle donne in pre-menopausa ed in menopausa, nonché per aiutare ad aumentare la formazione del latte materno ed allattare i propri neonati e legato a tutto questo il fieno greco è conosciuto per riuscire ad aumentare il seno, per essere un ottimo ricostituente, per migliorare l’aspetto della pelle ringiovanendolo, inoltre è un ottimo rimedio naturale contro le irritazioni e le infiammazioni.

Fieno greco ricostituente

Il Fieno greco ricco di tutti gli aminoacidi risulta essere un ottimo tonico ricostituente e viene indicato nei disturbi della nutrizione ed in fase di eccessiva magrezza ed astenia. Può essere assunto sotto varie forme (estratto liquido, polvere o pastiglie o come decotto).
L’assunzione tramite decotto o infuso vengono solitamente consigliati alla sera dopo aver tenuto in ammollo i semi di fieno greco per una notte precedente. Vengono solitamente immersi nell’acqua bollente per circa 10 minuti, dopodiché si può filtrare e bere aggiungendo altri aromi per addolcirlo in quanto non ha propriamente un buon sapore. Si può usare il miele oppure associarlo ai semi di finocchio o altro.
Il fieno greco è un ottimo ricostituente contro la stanchezza fisica ed è consigliato in quei casi in cui le persone si presentano in stato di eccessiva magrezza per aiutare a stimolare l’appetito.
In ogni caso, come per tutti i rimedi naturali e non si consiglia prima della consumazione di farsi consigliare dal proprio erborista di fiducia e dal proprio medico curante.

Fieno greco controindicazioni ed effetti collaterali

Possibili effetti collaterali in caso di assunzione eccessiva di fieno greco possono essere disturbi di allo stomaco quali nausea, gas intestinali e diarrea.
Inoltre non deve essere assunto da donne in gravidanza e se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti o farmaci per il controllo di zucchero nel sangue, a meno che non sia indicato dal medico.
"Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo." (Ippocrate)