"Mi è stato diagnosticato un cancro al cervello per la prima volta circa sedici anni fa. Ho ricevuto un trattamento convenzionale e il cancro è entrato in remissione, ma ho avuto una recidiva dopo qualche anno e subìto un secondo intervento chirurgico e tredici mesi di chemioterapia. Quando sono tornato dal mio oncologo alla fine del trattamento, gli ho chiesto se avrei dovuto cambiare la mia dieta per evitare il ripetersi di un altro episodio. La sua risposta è stata perfettamente stereotipata: «Mangia quello che ti piace. Non farà molta differenza ». Aveva torto, naturalmente. Ma la sua risposta non è stata sorprendente. È risaputo che la nutrizione è a malapena insegnata nelle facoltà mediche. In realtà, anch’io, come medico, avevo una scarsa conoscenza della nutrizione prima della mia diagnosi. Come tutti i medici specialisti, gli oncologi sono costantemente alla ricerca di progressi scientifici che possano aiutare i loro pazienti. Ma nella cultura medica, i cambiamenti nella prevenzione e nel trattamento sono ammissibili solo quando vi sono stati una serie di esperimenti in double-blind (doppio-cieco) che dimostrino l’efficacia del trattamento sulle persone: ciò che è chiamato, legittimamente, evidencebased medicine (medicina basata sulle prove).
Fino a oggi la ricerca è confermata da studi di grande scala sugli esseri umani, che possono costare tra i cinquecento milioni e un miliardo di dollari; altrimenti non contano come elementi di prova. A differenza dei prodotti farmaceutici, non è economicamente praticabile investire le somme in questione per dimostrare l’efficacia potenziale dei broccoli, dei lamponi o del tè verde nella lotta contro il cancro, in quanto la loro commercializzazione non potrà mai coprire gli enormi costi di ricerca. Inoltre, sono convinto che non vi sia alcuna necessità di attendere questi elementi di prova: credo che esistano già. Il cancro è «dormiente» in ognuno di noi. I nostri corpi producono sempre cellule difettose. Tuttavia, una serie di meccanismi rilevano e tengono queste cellule sotto scacco. Mi ci sono voluti mesi di ricerca, incontri con svariati ricercatori e medici, e la consultazione di miriadi di pubblicazioni scientifiche, prima di cogliere pienamente la capacità potenziale del mio corpo di lottare contro il cancro. L'elenco dei cibi antitumorali è in realtà molto più lungo di quanto si possa pensare. Alcuni cibi naturali bloccano processi infiammatori che alimentano la crescita del cancro; altri spingono le cellule tumorali a morire attraverso un processo che gli specialisti chiamano «apoptosi» (morte cellulare programmata o regolata). Altri ancora aiutano l'organismo a disintossicarsi dal cancro, purificandolo dalle tossine o proteggendolo dai radicali liberi. La dieta antitumorale si compone di verdure e legumi accompagnati da grassi insaturi (olio d'oliva, di colza o di lino), aglio, erbe aromatiche e spezie. È importante scegliere in particolare una grande varietà di verdure rosse, gialle, verdi e arancio. La loro tonalità indica la presenza di carotenoidi, in particolare di vitamina A e licopeni, che inibiscono la crescita di cellule di diversi tipi di tumore, compresi i gliomi cerebrali. Altri carotenoidi, come la luteina, concorrono a stimolare la crescita delle cellule immunitarie. Va detto che, finora, non vi è alcun approccio alternativo che possa curare il cancro, e credo che sia del tutto irragionevole trattare questa malattia senza attingere al meglio di quanto possa offrire la medicina convenzionale: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia, e presto, anche la genetica molecolare. Ma al tempo stesso, non ha senso fare affidamento solo su questo approccio puramente tecnico e trascurare le proprie capacità naturali di lottare contro il cancro. Tengo ormai a bada il mio cancro da otto anni, e attribuisco la mia sopravvivenza in gran parte ai cambiamenti nella mia dieta e nel mio stile di vita. Oggi faccio più attività fisica e medito di più, e cerco di gestire l'inevitabile stress della vita con più serenità, mangiando regolarmente cibi sani antitumorali."
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